Competenze Digitali e Green Skills: la sfida strategica per il futuro del lavoro in Italia ed Europa

In un contesto europeo sempre più scosso da sfide geopolitiche e ambientali, il vero fattore critico di successo è rappresentato dal capitale umano. La transizione digitale e sostenibile promossa dall’Unione Europea impone una trasformazione radicale delle competenze richieste sul mercato del lavoro. Formazione continua, upskilling e alleanze tra imprese e università non sono più una leva opzionale, ma una condizione necessaria per garantire resilienza e competitività alle organizzazioni. Ma qual è la situazione in Italia e in particolare nel settore immobiliare e delle costruzioni? Come possono le aziende fare la differenza? Scoprilo in questo approfondimento.

Nonostante l’adozione di politiche europee ambiziose come l’EU Skills Agenda, l’Union of Skills, il Pact for Skills e il Digital Europe Programme, il mercato del lavoro italiano si confronta con criticità strutturali comuni anche ad altri paese europei. In particolare il fenomeno dello skills shortage, ovvero la mancanza di competenze adeguate rispetto alla domanda del mercato, rappresenta un ostacolo concreto alla competitività del sistema produttivo.

Secondo le ultime rilevazioni, il 52% delle imprese italiane e il 58% delle PMI dichiarano difficoltà significative nel reperire profili professionali dotati delle competenze tecniche e digitali richieste. Questo dato si inserisce in un contesto già complesso e segnato da un rapido invecchiamento della forza lavoro e dall’accelerazione dell’adozione di tecnologie emergenti legate all’Intelligenza Artificiale e all’automazione dei processi.

In questo scenario, investire in formazione continua e upskilling mirato non è più una scelta strategica, ma una vera e propria necessità sistemica. Per le aziende, questo significa dotarsi di strumenti e percorsi capaci di anticipare i fabbisogni professionali, migliorare la produttività interna e abilitare modelli di servizio più efficienti, digitalizzati e sostenibili, con un impatto diretto anche sulla riduzione dei costi operativi.

Le Competenze Digitali in Italia

Tra gli obiettivi chiave fissati dall’Unione Europea al 2030 spiccano due target strategici: garantire l’acquisizione di competenze digitali di base per almeno l’80% della popolazione e promuovere l’adozione dell’IA e dei Big Data in almeno il 75% delle aziende.

Tuttavia, l’Italia mostra ancora un ritardo significativo rispetto a queste ambizioni.

Ad oggi, solo il 46% degli adulti italiani possiede competenze digitali di base, ma ancora più allarmante è il dato relativo alla formazione continua: solo il 29% degli adulti italiani partecipa a percorsi formativi, rispetto a una media UE del 40% e a un obiettivo europeo fissato al 60%.

Il divario è ancora più marcato nei settori strategici per l’economia del futuro:

  • I laureati in discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rappresentano solo il 25% del totale, contro un target UE del 32%.
  • I professionisti occupati in ambito ICT costituiscono appena il 4,1% della forza lavoro.

Questi dati evidenziano una criticità sistemica: la maggior parte della popolazione non è attualmente pronta ad affrontare le sfide del futuro digitale.

Secondo le previsioni di CEDEFOP, le professioni in maggiore crescita da qui al 2030 saranno proprio quelle legate all’ingegneria, alla ricerca scientifica e alle tecnologie digitali, con un incremento stimato del +2,4% per i profili tecnico-scientifici.

Investire oggi nel rafforzamento delle competenze digitali e nella promozione di percorsi formativi è una condizione necessaria per garantire occupabilità, innovazione e crescita sostenibile nel medio-lungo termine.

 

Le aziende e il Digitale

Il Digital Europe Programme ha tra i suoi obiettivi prioritari l’ambizione di portare almeno il 90% delle PMI europee a un livello base di intensità digitale — un indicatore che misura l’integrazione delle tecnologie digitali nei processi aziendali.

Tuttavia, il quadro italiano evidenzia un gap ancora significativo. Secondo i dati più recenti:

  • solo il 70% delle imprese italiane raggiunge un livello minimo di digitalizzazione,
  • il 26% delle aziende mostra un indice di intensità digitale molto basso (tra queste, il 27% sono PMI),
  • solo le grandi imprese registrano valori elevati, in linea con gli obiettivi europei.

Questa situazione riflette una sfida strutturale che va oltre l’adozione di strumenti digitali: serve un cambiamento culturale e organizzativo supportato da politiche di upskilling, accesso a infrastrutture digitali avanzate e incentivi all’innovazione.

L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale su Competenze e Professioni

Secondo un recente studio dell’agenzia europea Cedefop (European Centre for the Development of Vocational Training), l’automazione trainata dall’AI avrà un impatto significativo su molte figure professionali tradizionali, riducendone la domanda, ma allo stesso tempo aumentando la produttività aziendale e generando una forte richiesta di nuove competenze digitali.

Uno dei settori più esposti è quello delle costruzioni, che oggi impiega oltre 18 milioni di persone e rappresenta circa il 9% del PIL dell’UE. Si stima che circa il 12% delle attività nel comparto edilizio possa essere automatizzato tramite AI, con effetti rilevanti anche sul settore immobiliare, dove si prevede una graduale riduzione della domanda di alcune professioni tradizionali.

In questo scenario, la formazione continua e l’upskilling diventano leve strategiche, soprattutto per un settore in cui la maggior parte delle aziende è costituita da micro e piccole imprese spesso meno attrezzate per affrontare la trasformazione tecnologica.

Tuttavia, l’Intelligenza Artificiale creerà opportunità per il settore della Ricerca & Sviluppo e molte occasioni per quei lavoratori che già hanno acquisito competenze AI, promuovendo la creazione di professioni ad alto valore aggiunto. 

Nonostante questo potenziale, solo 1 azienda su 3 ha investito finora in sistemi avanzati per l’analisi, la gestione e l’archiviazione dei dati. Gli studi di Cedefop rivelano come negli annunci di lavoro, una delle competenze più richieste sia quella di saper accedere e analizzare big digital data (38%) seguita dall’uso di strumenti digitali per la collaborazione e il problem solving (36,5%).

Il vero rischio non è l’Intelligenza Artificiale in sé, quindi, ma non essere pronti a integrarla nei modelli di business e nelle politiche di sviluppo delle risorse umane.

Le Green Skills: il potenziale della sostenibilità

Nel contesto della transizione ecologica, definire con precisione le green skills rimane una sfida aperta. Per affrontare questa complessità, Cedefop  ha introdotto il concetto di “green pervasiveness” un indicatore che misura il livello di integrazione delle competenze legate alla sostenibilità all’interno di un settore. Più alta è la pervasiveness, maggiore è la necessità di competenze verdi per sostenere l’evoluzione del settore:

  • Il settore Energia e Gas guida la classifica con un indice di pervasiveness del 17%
  • Il Real Estate si attesta al 3%, in crescita costante
  • Il settore delle costruzioni, oggi al 6%, mostra segnali incoraggianti ma continua a soffrire di una significativa carenza di competenze qualificate, soprattutto per quanto riguarda l’adozione di nuove tecnologie green.

Tra le green skills più richieste emergono figure chiave come:

  • Ingegneri specializzati in energie rinnovabili
  • Ingegneri ambientali
  • Esperti in lean manufacturing e green computing
  • Manager per la gestione ambientale e la gestione dei rifiuti

Dal 2019 le offerte di lavoro nel comparto delle energie rinnovabili sono cresciute del 15% a dimostrazione di un mercato in piena espansione.

Secondo un’analisi di Linkedin, nel periodo 2021- 2024 la domanda globale di green skills è aumentata del 5,9%, ma solo dello 0,12% in Italia. Tuttavia, nel solo 2024, il trend italiano ha segnato una decisa inversione:

  • +8,25% nella domanda complessiva di green skills
  • +11% nella domanda da parte delle aziende
  • +5,6% nell’offerta di competenze da parte dei lavoratori.

Particolarmente significativo il dato relativo al settore delle costruzioni, che ha registrato un incremento del +32%: un segnale concreto di un cambiamento in atto che fa sperare in una profonda trasformazione del settore che assicuri un ambiente del costruito più sostenibile, efficiente e a basse emissioni di CO₂.

 

Cosa Fare? Il ruolo strategico delle aziende e di R2M Solution

Per affrontare le sfide della transizione digitale e sostenibile, l’Unione Europea promuove il principio del Life Long Learning: l’idea della formazione continua, rivolta non solo ai giovani ma anche agli adulti e ai lavoratori. Questa visione assegna alle aziende un ruolo ancora più centrale: non solo come utilizzatrici di competenze, ma come veri e propri motori di innovazione formativa.

In particolare le aziende più all’avanguardia sono chiamate a diventare hub formativi, capaci di trasmettere conoscenze tecniche, strumenti digitali e pratiche sostenibili anche al di fuori del proprio perimetro, contribuendo così all’aggiornamento del capitale umano a livello di settore.

In questa direzione si inserisce l’iniziativa europea dell’University-Business Partnership pensata per favorire uno scambio continuo tra mondo del lavoro e Università. Le imprese diventano partner attivi della formazione universitaria, contribuendo a costruire percorsi didattici aderenti alle reali esigenze del mercato, offrendo contenuti su tecnologie emergenti e favorendo l’accesso a opportunità di stage e collaborazione diretta. Il vantaggio è duplice: le università formano studenti più preparati, e le aziende possono intercettare e attrarre i migliori talenti.

R2M Solution interpreta da anni questo approccio in modo sistemico attraverso collaborazioni continuative con numerose università italiane. L’azienda mette a disposizione dei percorsi formativi le proprie competenze e soluzioni tecnologiche, con lezioni altamente tecniche e applicative su tematiche all’avanguardia, tra cui: la modellazione energetica dinamica con IES per la creazione di scenari di decarbonizzazione e modelli energetici, l’applicazione avanzata di BIM, BEM e Scan-to-BIM, i protocolli di certificazione green building, l’adozione del nuovo indicatore europeo Smart Readiness Indicator (SRI).

Tra le collaborazioni più recenti si annoverano il Master Pesenti del Politecnico di Milano, la Masterclass MUSE dell’Università Bocconi, e il Master Rigenerazione e resilienza urbana e territoriale  dell’Università per Stranieri di Perugia. A queste si affiancano collaborazioni con l’Università di Bologna, Roma Tre, Roma Tor Vergata, il Politecnico di Milano e l’Università dell’Arkansas – sede di Roma, a conferma dell’impegno continuo di R2M Solution nella formazione di nuove competenze e nella diffusione dell’innovazione a livello accademico.

Non solo Università: la formazione continua per i professionisti

Il nostro impegno nella crescita delle competenze non si ferma all’ambito accademico. R2M Solution è attivamente coinvolta in percorsi formativi avanzati rivolti a tecnici, decisori pubblici e operatori del settore, con l’obiettivo di promuovere l’adozione di soluzioni digitali, sostenibili e ad alto impatto. Alcune delle iniziative più rilevanti:

  • Winter School di FROM (Fondazione per la Ricerca sull’Innovazione e sul Territorio) – Un programma intensivo rivolto ad amministratori locali e funzionari pubblici, dedicato alla transizione ecologica e all’innovazione nella governance urbana. R2M ha contribuito con moduli formativi sulle tecnologie digitali per la pianificazione territoriale, l’uso dei Digital Twin e strumenti per integrare sostenibilità e digitalizzazione nelle politiche locali.
  • Corso Green Facility Specialist di IFMA Italia – L’intervento di R2M si è focalizzato sul ruolo emergente del Green Specialist all’interno del facility management, figura cruciale per guidare la trasformazione verso una gestione sostenibile, misurabile e orientata ai dati. Tra i temi trattati: monitoraggio digitale, energy management, e utilizzo di framework ESG e certificazioni ambientali.
  • Executive Proptech del Politecnico di Milano – All’interno del modulo dedicato allo Smart Real Estate, R2M ha offerto una panoramica completa sull’evoluzione del settore immobiliare in chiave digitale. Il focus è stato posto su BIM, Digital Twin, sensoristica IoT e Intelligenza Artificiale, strumenti che stanno ridisegnando la gestione degli edifici all’insegna dell’efficienza operativa, della sostenibilità ambientale e della valorizzazione dell’immobile.

Proponiamo inoltre formazioni pratiche e continuative per professionisti e aziende che adottano le nostre soluzioni all’avanguardia, come la modellazione energetica dinamica con IES, o le tecnologie di rilievo digitale e Digital Twin tramite scanner 3D Matterport.

A questo si affianca un calendario di webinar online, pensati per condividere insight, strumenti e best practice per un settore immobiliare sempre più digitale, sostenibile e integrato. Consulta il catalogo nella sezione Academy.

Non perderti future formazioni R2M Solution.


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